31 gennaio – È quanto afferma uno studio della Sheffield Hallam University che rivela come il consumo domestico di surgelati possa contribuire a ridurre gli sprechi alimentari del 47%.
Frozen food alimento anti-spreco: in Italia, a livello domestico, 1,7 milioni di tonnellate di cibo finiscono nella spazzatura. Sprechiamo fino al 63% dei cibi a breve scadenza e solo il 2,5% dei surgelati.
Lo spreco alimentare a livello globale è un paradosso del nostro tempo, perché produciamo più cibo di quanto ne consumiamo, mentre quello che gettiamo potrebbe sfamare 4 volte gli oltre 820 milioni di persone malnutrite o che non hanno accesso al cibo, secondo i dati della FAO pubblicati nel 2018.
Uno spreco che, in Italia, è soprattutto domestico. Ma cosa finisce nelle nostre pattumiere? In particolare frutta e verdura, mentre tra i cibi meno gettati ci sono i surgelati. Secondo i dati di Reduce, ogni anno in Italia si sprecano complessivamente – a livello domestico – quasi 1,7 milioni di tonnellate di cibo acquistato, ma di questo solo il 2,5% è costituito da surgelati, un grande successo soprattutto se paragonato al 63% degli alimenti a breve scadenza.
Un ruolo anti-spreco, quello dei prodotti surgelati, che è confermato anche della Sheffield Hallam University. Un suo studio rivela infatti che il consumo domestico di surgelati, rispetto agli analoghi a temperatura sopra lo zero, potrebbe contribuire ad abbattere del 47% lo spreco in casa.
Sono questi i dati diffusi da IIAS – Istituto Italiano Alimenti Surgelati, in occasione della Giornata Nazionale di Prevenzione dello Spreco Alimentare, in programma il 5 febbraio 2020.
Il contenuto di servizio dei surgelati vale ancora di più se pensiamo che ben il 95% degli italiani consuma prodotti sottozero: nel 2018 abbiamo mangiato complessivamente 13,8 kg pro-capite di frozen food secondo il Rapporto annuale sui Consumi dei prodotti surgelati in Italia.
GLI SPRECHI ALIMENTATI SI EVIDENZIANO SOPRATTUTTO A CENA
Quando si spreca di più? A cena. È in questo momento della giornata in cui si getta più cibo, tra verdure (19,4 grammi pro-capite/giorno, pari a 7,1 kg/anno), latte e latticini (13,16 grammi/giorno a testa, 4,8 kg/anno), frutta (12,24 grammi/giorno a testa, 4,5 kg/anno) e prodotti da forno (8,8 grammi/giorno, 3,2 kg/anno)[1]. Per limitare lo spreco di alcuni prodotti che scadono più velocemente, come ad esempio la verdura, i surgelati possono giocare un ruolo importante, non solo perché consentono di reperire prodotti non sempre disponibili durante tutto l’anno, ma perché permettono di prendere dal freezer le quantità di cui abbiamo realmente bisogno. E i dati più recenti, diffusi da IIAS[2], sul consumo di surgelati in Italia confermano come i nostri connazionali abbiano ormai imparato ad apprezzare le potenzialità e i vantaggi dei prodotti sottozero: nel 2018 sono state acquistate ben 838.580 tonnellate di prodotti surgelati, di cui 398.310 tonnellate di vegetali, che restano tra i prodotti più amati dal consumatore.
CON I SURGELATI SI ABBATTONO GLI SPRECHI IN CUCINA
I cibi “sotto zero” sono alimenti “pro-ambiente” e i motivi sono diversi. In primis, la lunga durata di conservazione del cibo permette di consumare tutti gli alimenti surgelati, prima che si deteriorino.
A seguire, il controllo nelle porzioni e nelle quantità dà la possibilità al consumatore di utilizzare solo gli alimenti di cui si ha veramente bisogno, riponendo in freezer il resto del prodotto. Una soluzione ottimale anche per chi sta adottando una dieta e ha bisogno di gestire con attenzione le quantità.
Inoltre, con i surgelati, evitando sbucciature, spinature e lavaggi, e la quantità acquistata di prodotto corrisponde a quella che si mangia, quindi gli scarti in casa sono ridotti al minimo. Allo stesso tempo, gli ortaggi surgelati sono già lavati e puliti: dunque si riduce il consumo di acqua nelle case e c’è un minor spreco di risorse energetiche per la cottura dei cibi grazie ai brevi tempi di preparazione.
Va poi evidenziato che i prodotti surgelati risentono meno delle oscillazioni di prezzo dovute alla stagionalità rispetto ai corrispettivi freschi, essendo sempre disponibili 12 mesi l’anno. Il risparmio economico, dunque, è spesso garantito.
Infine, le materie prime utilizzate vengono raccolte, pescate e lavorate nelle zone più vocate, dove la grande esperienza locale sa come risparmiare acqua, risorse energetiche e ottimizzare il recupero degli scarti.
LO SPRECO ALIMENTARE È ANCHE UN DANNO PER LA COLLETTIVITÀ
Lo spreco alimentare non è soltanto una perdita economica per il consumatore, ma rappresenta anche un danno per la collettività visto che – secondo la FAO – con quanto si spreca si potrebbe sfamare un terzo della popolazione mondiale (ossia circa 2,5 miliardi di persone).
Infine, sprecare significa non solo non poter garantire cibo sufficiente per tutti, ma anche perdere risorse preziose utilizzate nella produzione, come terreno fertile, acqua, energia, ecc. Il sostegno che i prodotti surgelati offrono alla lotta contro lo spreco alimentare comincia ancor prima di arrivare sulle nostre tavole, con un utilizzo ottimale delle materie prime che arrivano pronte per l’uso in cucina, minimizzando gli sprechi nella filiera produttiva.
[1] Progetto Reduce 2017
[2] Rapporto annuale IIAS sui Consumi dei prodotti surgelati in Italia, 2018