Ogni giorno, fra ciò che rimane nel piatto e ciò che finisce direttamente dal frigo alla pattumiera, ogni italiano spreca circa 75,7 grammi di cibo (poco meno di 1 etto), che moltiplicato per 365 giorni porta a più di 27,6 Kg pro-capite, per un costo di 190 euro all’anno.
Questa la fotografia dello spreco alimentare domestico scattata, di recente, dal progetto “Reduce”, promosso dal Ministero dell’Ambiente in collaborazione con l’Università di Bologna-Distal, il Politecnico di Milano-Dica, l’Università della Tuscia-Deim, l’Università di Udine-Deis e ULSS 20 di Verona. L’indagine, condotta su un campione statistico di 430 famiglie distribuite su tutto il territorio nazionale, ha mostrato come nel 2017 in Italia, a livello domestico, siano stati buttati oltre 1,67 milioni di tonnellate di cibo, per un valore complessivo di 6,4 miliardi di euro, equivalente allo 0,5% del Pil nazionale.
Il pasto in cui si spreca più cibo a livello domestico è la cena: in particolare, a finire nella pattumiera di casa, ogni giorno, sono 19,4 grammi di verdura pro-capite (7,1 kg all’anno), 13,16 grammi di latte e latticini (4,8 kg all’anno), 12,24 grammi di frutta (4,5 kg all’anno) e 8,8 grammi di prodotti da forno (3,2 kg all’anno).
La situazione non migliora quando dai comportamenti domestici si passa a quelli fuori casa: si spreca nelle mense scolastiche, dove quasi un terzo del cibo (29,5%), pari a 120 grammi per ogni studente, viene gettato ad ogni pasto; mentre la grande distribuzione produce 2,89 kg/anno di spreco alimentare per abitante, di cui il 35% potrebbe essere recuperato a scopo alimentare. Dalla somma degli sprechi domestici e fuori casa si arriva a toccare la cifra di 13,4 miliardi di euro complessivi.
Ma in fatto di spreco non tutti i cibi sono uguali: il 63% dello spreco deriva da prodotti freschi, il 30% da prodotti confezionati a breve scadenza e soltanto il 2,5% da prodotti surgelati che rappresentano, di fatto, un vero alleato in cucina nella lotta agli sprechi.
Come e perché utilizzare i prodotti surgelati in funzione “anti-spreco” e “pro-ambiente”? Lo spiega in modo chiaro e divertente Lisa Casali – scienziata ambientale, blogger e scrittrice, da sempre in prima linea per ridurre l’impatto ambientale, a partire dal cibo – che sull’argomento ha realizzato per IIAS (Istituto Italiano Alimenti Surgelati) un video-tutorial. I vantaggi anti-spreco dei cibi surgelati sono molteplici. Ecco i principali.
- la lunga durata di conservazione, che permette di utilizzare i cibi surgelati prima che si deteriorino.
- Un maggior controllo nelle porzioni e nelle quantità: si usa solo ciò di cui si ha davvero bisogno, riponendo in freezer il resto di ogni prodotto.
- La quantità acquistata corrisponde a quella che si mangia (niente sbucciature, spinature, lavaggi), con pochi scarti in casa: si consuma tutto ciò che si acquista e diventa più facile fare anche la raccolta differenziata dei rifiuti (nel caso del filetto di pesce surgelato, ad esempio, si lasciano alle aziende – e non nella propria cucina – spine, viscere, squame, pelle, grasso e scarti di ogni genere; e nel caso degli ortaggi surgelati alle aziende rimangono bucce, terra, radici, ecc.). Di fatto, i consumatori mettono sempre in tavola solo la parte “buona e pulita” di ogni prodotto, con un netto risparmio anche per le proprie tasche.
- Si riduce il consumo di acqua nelle case dei consumatori, perché tutti gli ortaggi sono già lavati e puliti; e c’è un minore spreco di risorse energetiche per la cottura dei cibi, in quanto i tempi di preparazione sono nettamente più brevi.
- Il risparmio economico è garantito, dal momento che i prodotti surgelati non risentono delle oscillazioni di prezzo in base alla stagionalità e sono sempre disponibili allo stesso costo 12 mesi all’anno; in più, le materie prime utilizzate vengono raccolte, pescate e lavorate nelle zone più vocate, dove la grande esperienza locale sa come risparmiare acqua, risorse energetiche e ottimizzare il recupero degli scarti.
“Lo spreco alimentare – conclude l’ing. Vittorio Gagliardi, Presidente IIAS – non è soltanto una perdita economica per il consumatore: con quanto si spreca si potrebbe sfamare un terzo della popolazione mondiale. E ‘sprecare’ significa non solo non poter garantire cibo sufficiente per tutti, ma perdere risorse preziose utilizzate nella produzione, come terreno fertile, acqua, energia, concimazioni. Il sostegno che i prodotti surgelati offrono alla lotta allo spreco ha inizio ancor prima del loro arrivo in tavola, con un utilizzo ottimale delle materie prime che arrivano pronte per l’uso in cucina eliminando tutti gli sprechi anche nella filiera produttiva”.