In inglese le patatine fritte si chiamano “French Fries”; dunque su dove e quando questo prodotto sia nato non dovrebbero esserci dubbi. Invece, il Belgio ne rivendica con orgoglio la paternità, spiegandone l’attribuzione alla confinante Francia con l’“egemonia gastronomica” all’epoca riconosciuta a Parigi e dintorni: i belgi fanno riferimento a un manoscritto del 1781 che racconta come a Namur, capitale della Vallonia, gli abitanti amassero friggere dei piccoli pesci della Mosa, ma poiché d’inverno il fiume gelava rendendo impossibile la pesca, l’alimento era stato sostituito da oltre un secolo con le patate, fritte allo stesso modo e tagliate a forma di piccoli pesci. I francesi, invece, sostengono che le patate fritte siano state inventate a Parigi nel 1789, ai tempi della rivoluzione francese, in seguito ad una campagna voluta dall’agronomo e nutrizionista Antoine Parmentier per la promozione delle patate in Francia; e che abbiano visto la luce sul Pont Neuf, il più antico di Parigi, dove erano parte della mercanzia proposta dai venditori ambulanti insieme a castagne e polpette di patate.
La querelle dura tutt’oggi, e in Belgio non solo le patatine fritte sono il piatto nazionale, ma in uno degli edifici più antichi di Bruges, palazzo Saaihalle, è stato aperto nel 2008 il Museo delle patatine fritte – Frietmuseum – che racconta la storia di questo tubero, cominciata 8 mila anni fa in Perù, all’epoca culla della civiltà degli Inca. In ogni caso, è certo che Belgio e Olanda siano, oggi, la patria europea della patatina fritta surgelata, grazie alla grande disponibilità delle due materie prime fondamentali per produrla: patate e olio.
Invece, la patria mondiale di questo come di tutti i prodotti surgelati va cercata oltre Atlantico, in una sorta di “ritorno alle origini” dal momento che proprio dalle Americhe, agli inizi del Cinquecento, le patate sbarcarono in Europa insieme a tabacco, pomodori, ecc. al seguito dei primi conquistadores tornati dal Nuovo Mondo. La moderna patata surgelata, infatti, è nata in Canada negli anni 50 del secolo scorso ad opera della famiglia McCain, tuttora uno dei marchi principali al mondo.
Nel nostro Paese questo prodotto è arrivato nel 1969 grazie all’azienda Pizzoli, sorta nel 1926 a Budrio (Ferrara) per iniziativa di Ennio Pizzoli, che fu il primo a realizzare una linea di produzione di patatine fritte surgelate nel nostro Paese. In breve tempo, questo prodotto si è caratterizzato in Italia sia per la qualità e la varietà della materia prima (con la scelta di tipologie coltivate localmente) sia per l’attenzione nei processi produttivi (ad esempio, con l’impiego di oli in linea con le indicazioni della scienza nutrizionale).
Oggi, secondo le più recenti indagini di mercato, le patatine surgelate sono parte delle abitudini quotidiane delle famiglie italiane: rappresentano da sole quasi il 15 per cento del volume totale degli alimenti surgelati da queste consumati; percentuale che schizza a quasi il 25 per cento nel fuori casa.
In termini di occasioni di consumo, sono legate principalmente ai pasti, molto meno allo snack pomeridiano o serale; un’abitudine che si ritrova con buona frequenza anche fuori casa, più spesso al fast food o in hamburgeria. La convenienza (rapporto qualità/prezzo) è il principale driver di acquisto, insieme alla bontà del prodotto. Il formato prediletto è lo stick mentre, relativamente alla cottura, il consumatore ritiene le patatine surgelate adatte sia al forno, sinonimo di maggiore leggerezza e salubrità, sia alla frittura, associata a maggiore gusto e croccantezza.
Prima di friggere
- Scegliete sempre un olio di buona qualità.
- Fatelo scaldare bene, tenendo sotto controllo la temperatura che deve essere tra 160° C e 175° C.
- Utilizzatelo nella giusta quantità: il rapporto fra le patatine e l’olio non dovrebbe essere superiore a 1:10.
- Per ottenere la qualità ottimale delle patate fritte, friggetele quando sono ancora surgelate.
- Evitate di aggiungere sale o spezie prima o durante la frittura, condite a piacimento dopo la cottura.
- Utilizzate friggitrici o padelle diverse per friggere pesce, prodotti a base di patate, o altro: così si previene la trasmissione di sapori.
Durante la frittura
- Mantenete la temperatura tra 160° C e 175° C.
- Evitate di raggiungere colori troppo scuri e tendenti al marrone.
- Seguite sempre le modalità di preparazione indicate sulla confezione, ma se cuocete quantitativi più piccoli di quelli consigliati, riducete i tempi di cottura.
Dopo la frittura
- Lasciate scolare le patate fritte dall’olio in eccesso, mediante una schiumarola o il cestello se usate una friggitrice, al termine della frittura.
- Mettete le patate fritte su carta assorbente prima di servirle.
- Servite immediatamente.
- Schiumate l’olio, filtrandolo, e pulite la pentola o la friggitrice dopo l’uso.
- Impegnatevi a smaltire in maniera corretta l’olio utilizzato: raccoglietelo in un contenitore e rivolgetevi all’oasi ecologica vicina a casa vostra o a un’attività commerciale che conoscete.