L’inverno appena trascorso è stato particolarmente anomalo dal punto di vista climatico, e gli agricoltori hanno lanciato l’allarme: “Il caldo ha stravolto completamente i normali cicli colturali e di conseguenza anche le offerte stagionali presenti su scaffali e bancarelle in questo periodo dell’anno”.
Per fortuna, i prodotti surgelati si rivelano sempre più un valido alleato contro le conseguenze di questa anomalia: diminuzione delle disponibilità e aumento dei prezzi.
L’ultima conferma viene dal recente Rapporto Ismea I consumi alimentari. I consumi domestici delle famiglie italiane (febbraio 2020):
1. “Nel 2019 il trend degli ortaggi è stato sostenuto non tanto dai maggiori volumi consumati quanto dai prezzi sensibilmente superiori a quelli dell’anno precedente”;
2. “Non mancano comunque i segmenti in cui si è registrato anche un incremento dei volumi acquistati: gli ortaggi di quarta gamma e i surgelati”;
3. “I surgelati confermano l’apprezzamento dei consumatori in sostituzione del prodotto ‘tal quale’ fresco che, oltre alla sua deperibilità e ai maggiori tempi di preparazione, ha mostrato in alcune fasi dell’anno anche prezzi elevati”.
È vero infatti, come ha ricordato IIAS, che la diminuzione di disponibilità di alcune coltivazioni colpisce in parte anche le aziende di alimenti surgelati. Tuttavia:
– il surgelato ha una durata commerciale (shelf life) molto più lunga, fino a 18 mesi, rispetto al corrispondente prodotto fresco;
– questo permette alle aziende di programmare per tempo le politiche di approvvigionamento e stringere accordi con i produttori che stabiliscono sia la qualità sia il prezzo della materia prima;
– sui prezzi, i surgelati risentono dunque solo marginalmente delle forti oscillazioni delle quotazioni provocate dalle anomalie climatiche;
– ciò ha un effetto positivo sul consumatore finale e, quindi, sui consumi di surgelati.
Su quest’ultimo punto torneremo nelle prossime settimane, quando sarà presentato il consueto Rapporto annuale IIAS sui consumi dei prodotti surgelati in Italia.