Per calcolare correttamente quanto un qualsiasi alimento, e in questo caso un alimento surgelato, costi al consumatore, non bisogna considerare il suo semplice prezzo di acquisto ma il cosiddetto “value for money”, che è la somma di:
- prezzo di acquisto;
- costo dell’energia e delle altre risorse (es. acqua) richieste dalla sua preparazione;
- valore del tempo/uomo necessario sempre per la preparazione;
- incidenza dello spreco dal momento dell’acquisto a quello del consumo.
Partendo da questo presupposto, la società AstraRicerche, nella sua Analisi sul value for money dei prodotti surgelati ha preso in esame cinque prodotti rappresentativi delle principali categorie del comparto (fagiolini, patate fritte, filetti di merluzzo, pizza margherita, paella), ha calcolato il value for money di ciascuno e lo ha messo a confronto con quello dei cinque alimenti freschi corrispondenti.
Inoltre, consapevole della novità dell’analisi, ha accompagnato i risultati della ricerca con una Nota metodologica* che illustra i rigorosi criteri impiegati per la quantificazione economica di ciascuna voce di costo.
I surgelati fanno anche risparmiare
Come si vede dal grafico, il risultato non lascia dubbi: gli alimenti surgelati sono economicamente convenienti. Nel dettaglio, 4 dei 5 alimenti surgelati presi in esame consentono di risparmiare – a volte molto – rispetto agli equivalenti freschi. Solo in un caso, la pizza preparata in casa, il costo è analogo, anche se la pizza portata a domicilio costa oltre il doppio di quella surgelata: