Dopo aver esposto i dati relativi ai consumi alimentari del primo semestre 2017, il citato Rapporto Ismea commenta: “I leitmotiv delle scelte merceologiche degli acquirenti, all’interno dei singoli comparti, continuano a essere, oltre alla sobrietà (meno atti d’acquisto e minori volumi) e all’attenzione al risparmio (ancora tanti gli acquisti in promozione), gli aspetti salutistici”.
All’inizio del capitolo intitolato “Cambia la tavola degli Italiani” del Rapporto Coop 2017 si legge: “Negli ultimi anni il nostro rapporto con il cibo è significativamente cambiato. Certamente la diffusione delle tendenze salutiste e l’attenzione all’ambiente, la consapevolezza del legame tra l’alimentazione e il rischio di patologie esiziali, la scoperta di sapori nuovi e il riadattamento di materie prime antiche, l’ingresso delle tecnologie nei processi di produzione e la ‘globalizzazione’ delle culture alimentari sono tutti elementi che hanno contribuito al ripensamento delle scelte alimentari degli Italiani”.
I risultati di questo ripensamento, in termini di composizione del “carrello della spesa”, sono così riassunti nel Rapporto.
Si riducono le quantità complessive: grazie anche alla preferenza per l’acquisto di cibi elaborati o pronti, la quantità di alimenti consumata è scesa a 2,7 chilogrammi al giorno a persona, 350 grammi in meno rispetto a vent’anni prima.
Si perseguono regimi alimentari salutari. Diminuiscono i consumi di grassi, di carne (in particolare della carne rossa) e delle bevande alcoliche. Aumentano i consumi di frutta e verdura e di pesce.
Continua il boom del biologico, la cui incidenza tra i consumatori italiani ha raggiunto il 40%.
Diminuiscono i prodotti alimentari di base della dieta mediterranea (pasta secca, passata di pomodoro, latte, olio di oliva, riso, legumi), che tendono a conciliarsi con difficoltà con i tempi di preparazione del cibo, con il piacere di sperimentare alimenti nuovi, con la necessità di variare con più frequenza la dieta e di aderire a stili alimentari diversi.
Recuperano posizioni i piatti a maggiore contenuto di servizio (zuppe, risotti, preparati e condimenti), merceologie in grado di rispondere all’esigenza di abbreviare i tempi della preparazione dei pasti tra le mura domestiche e, anche, di conoscere cibi e preparazioni nuove.
Torna al centro l’attenzione alla qualità. Lasciati alle spalle gli anni della crisi, gli Italiani – in funzione delle disponibilità economiche individuali e familiari – stanno riprendendo a focalizzare l’interesse sulla qualità di quanto mettono in tavola: il 70% dichiara di essere disponibile a spendere di più per questo, con una propensione del 20% più elevata rispetto, ad esempio, a quella dei consumatori francesi.