Nel 2019 saranno 50 gli anni dall’ingresso in Italia della produzione di patate fritte surgelate, grazie all’azienda Pizzoli di Budrio (Bologna), fondata nel 1926 da Mario Pizzoli. Artefice dell’innovazione il figlio Ennio, che decise di seguire l’esempio degli altri Paesi europei (mossi a loro volta dalla spinta proveniente da oltre Atlantico) dandogli però una chiara impronta di italianità, a cominciare dalla scelta della materia prima impiegata. Oggi le patate fritte sono la seconda tipologia di surgelati più consumata nel nostro Paese dopo i vegetali (fonte: Rapporto IIAS 2017) e sono diventate parte integrante delle scelte alimentari degli italiani. Nicola Spanu, Marketing Manager Pizzoli, spiega le ragioni, le caratteristiche e le evoluzioni di questo fenomeno e il ruolo che in esso intende giocare l’azienda emiliana.
Domanda. Come si colloca Pizzoli nel comparto nazionale delle patate surgelate?
Risposta. Da anni Pizzoli rappresenta la più importante realtà industriale italiana nel comparto, con un portafoglio che spazia dalle classiche patatine fritte agli spicchi, i tocchetti, le crocchette, gli gnocchi e tante altre specialità. E occupa una posizione di rilievo in un mercato caratterizzato dalla presenza di grandi multinazionali. D. Com’è stato il vostro 2017?R. Positivo. Grazie ad opportune strategie di differenziazione del portafoglio prodotti, Pizzoli ha saputo cogliere molteplici opportunità di sviluppo registrando un fatturato di circa 82 milioni di euro, in crescita del 3% rispetto all’anno precedente.
D. Quali sono stati i vostri risultati nei vari canali distributivi?
R. La Grande Distribuzione Organizzata ha registrato un lieve calo dei consumi sia a valore sia a volume, e malgrado ciò Pizzoli cresce con una quota prossima al 28% a valore e a volume (Fonte IRI I+S+LSP ATSet18). Una crescita trainata dal profilo qualitativo dei nostri prodotti surgelati: praticità e alto contenuto di servizio; varietà e disponibilità dell’offerta; riduzione degli sprechi alimentari; assenza di conservanti; controllo della filiera italiana. Tutte caratteristiche che continuano ad essere driver fondativi per il consumatore.
D. Qual è stato invece il vostro andamento nel fuori casa?
R. Nei consumi fuori casa si è registrata una crescita, dovuta anche all’affermazione di innovativi modelli di consumo con nuove soluzioni di somministrazione al pubblico. A tal proposito, ad ottobre 2017 abbiamo inaugurato il primo Bistrot della Patata in FICO Eataly World a Bologna: un concept store esperienziale in cui vivere e assaporare tutta la versatilità gastronomica della patata italiana.
D. Pizzoli è stata la pioniera della produzione di patate fritte surgelate nel nostro Paese. Come venne l’idea a Ennio Pizzoli?
R. Fin dall’inizio l’obiettivo primario di Pizzoli è stato la valorizzazione a 360 gradi delle patate, uno tra i prodotti più poveri del comparto agroalimentare. Negli anni precedenti il 1969, l’attività core dell’azienda era stata la commercializzazione di patate fresche coltivate nel territorio bolognese. Nello stesso periodo, la richiesta di un sempre crescente livello di servizio dell’industria ha costituito i presupposti per guardare verso nuovi orizzonti. In tale contesto Ennio intraprese insieme al fratello Irnerio, ingegnere meccanico, un viaggio in Olanda ispirandosi alle imprese nordeuropee di produzione di patate fritte surgelate, nel periodo in cui stavano nascendo i primi impianti di surgelazione in tutta Europa.
D. Qual è l’identikit dell’odierno consumatore delle patate surgelate?
R. Le patate surgelate possono considerarsi un alimento mainstream, che incontra in modo trasversale i gusti di una grande varietà di consumatori. Per questo è riduttivo individuare un identikit preciso del consumatore “tipo”. Possiamo dire che le patate surgelate sono parte integrante delle abitudini delle famiglie, legata principalmente ai pasti più che allo snack pomeridiano o serale; abitudine che si ritrova con buona frequenza anche fuori casa.
D. Esiste un’evoluzione nel profilo del consumatore?
R. Se vogliamo parlare di un’evoluzione nell’acquirente, questa consiste non tanto nel numero delle occasioni di consumo ma nell’approccio ai prodotti, la cui offerta si ispira in modo crescente al mondo “gourmet”.
D. Quali sono i driver principali di acquisto dei vostri prodotti?
R. La nostra categoria di prodotto è da sempre sinonimo di gusto e convenience. La scelta è guidata principalmente da un bisogno di praticità unito alla voglia di uno sfizio facile e veloce da preparare. In genere i consumatori si muovono alla ricerca del prezzo conveniente all’interno di una comfort zone delimitata da marche e formati abituali. Il formato prediletto è lo stick, tuttavia le forme meno comuni rappresentano importanti opportunità per intercettare i bisogni di specifici segmenti. Un esempio di forme meno comuni è costituito dalle nostre Croccomagie Topolino, un successo assoluto fra i più piccoli.
D. In generale, come stanno cambiando le decisioni di acquisto?
R. Oggi la maggiore evoluzione nelle decisioni di acquisto dei consumatori si riscontra nella crescente sensibilità verso prodotti caratterizzati dalla presenza di pochi e semplici ingredienti naturali, realizzati attraverso processi produttivi sostenibili dal punto di vista ambientale e sociale.
D. Sulla home page del vostro sito si legge che alla Specialità Patasnella Le Barchette è stata assegnata la certificazione “Eletto prodotto dell’anno 2018”. Di che si tratta? Quali le ragioni del riconoscimento?
R. “Eletto prodotto dell’anno 2018” è un importante premio di qualità che viene conferito al superamento di specifici test svolti su un campione di oltre 12 mila consumatori. Delle Barchette gli intervistati hanno particolarmente apprezzato genuinità, gusto e croccantezza, oltre alla loro spiccata originalità.
D. Pizzoli definisce la propria offerta, al tempo stesso, innovativa e genuina. Potrebbero sembrare termini non conciliabili. Perché per voi non è così?
R. Pizzoli ha sempre unito alla grande capacità di innovare l’attenzione alla qualità del prodotto e al valore di marca. L’innovazione per noi non è solo un obiettivo di prodotto ma soprattutto di processo: basti pensare alle migliorie tecnologiche di recente adottate dalla nostra azienda, che hanno portato ad un efficientamento produttivo misurabile su più fronti, da quello energetico a quello più specifico delle lavorazioni in linea, con aumenti importanti nella resa delle materie prime e nel profilo qualitativo del prodotto finale.
D. L’innovazione è da sempre il tratto distintivo dell’alimento surgelato. Qual è al riguardo la policy di Pizzoli?
R. In Pizzoli l’innovazione è un pilastro fondamentale e costituisce una voce d’investimento rilevante. La nostra sfida di lungo termine è la crescita “intelligente”, basata su una competitività sostenibile e che non solo favorisca un’attiva valorizzazione della categoria ma, soprattutto, stimoli l’indotto agronomico nazionale. L’impegno concreto della Pizzoli nella ricerca si dimostra nelle proficue collaborazioni continuative con diverse Università italiane su progetti volti ad introdurre migliorie in varie fasi della filiera: dalla parte agronomica, ad esempio attraverso la sperimentazione di nuove tecnologie in campo, a quella produttiva fino al design di prodotto. Pienamente in linea con questo orientamento è il piano di espansione dell’azienda, il quale consentirà in un prossimo futuro di triplicare l’attuale output produttivo. Al momento abbiamo completato il primo ma fondamentale step del progetto con l’inaugurazione della nuova piattaforma logistica ad elevata automazione alle porte di Bologna, a San Pietro in Casale.
D. Quali sono le evoluzioni prevedibili del mercato dei surgelati in Italia, anche tenendo conto del nostro storico gap nei consumi pro capite rispetto agli altri grandi Paesi europei?
R. L’esperienza recente ci dimostra che il consumatore medio italiano è positivo verso il prodotto surgelato in generale, ferme restando le notevoli differenze culturali e gastronomiche rispetto agli altri Paesi europei che hanno determinato lo storico gap nel consumo pro capite. In tale contesto un contributo più determinante dovrà venire anche dallo scenario distributivo, che deve e dovrà sempre più modellarsi in funzione dei nuovi paradigmi di consumo delle famiglie italiane.
D. Che cosa, in particolare, farà la differenza?
R. Il surgelato dovrà farsi sempre più interprete del valore precipuo che già oggi ci contraddistingue nel mondo come italiani e che farà sempre più la differenza anche in futuro: il saper mangiare bene.