“In un momento storico in cui i consumatori si mostrano sempre più attenti al tema della sostenibilità, abbiamo sentito l’esigenza di ribadire quanto per il comparto dei surgelati sia centrale – e non da oggi – l’impegno al rispetto dell’ambiente”.
Con queste parole Giorgio Donegani, Presidente dell’Istituto Italiano Alimenti Surgelati – IIAS, ha dato il via, il 15 novembre scorso a Milano, alla presentazione ai media del primo Report Ambientale del settore in Italia, realizzato da IIAS in collaborazione on la società di consulenza Perfect Food, ora dds+, specializzata nell’ambito della sostenibilità.
“Tutti – ha proseguito Donegani – conosciamo i surgelati come prodotti anti-spreco per eccellenza, ma con il Report abbiamo voluto approfondire altri aspetti, come l’uso oculato delle risorse (acqua, energia, materie prime) e la riduzione delle emissioni inquinanti nell’atmosfera, causa prima della sempre più grave emergenza climatica”.
“Per farlo – ha spiegato Massimo Marino, Fondatore e General Manager dds+ – abbiamo ricevuto dalle Aziende produttrici di surgelati rappresentate nel Settore Surgelati di Unione Italiana Food, cui IIAS fa riferimento, dati e informazioni su 13 stabilimenti che rappresentano circa l’80% del consumo annuale di surgelati in Italia. L’elaborazione dei dati ha fornito una indicazione delle performance medie del settore, nella consapevolezza che i prodotti coinvolti fossero molti e molto differenti tra loro”.
Risultati eccellenti, nell’ultimo triennio ma non solo
Ciò premesso, negli ultimi tre anni il settore ha conseguito le seguenti riduzioni per ulteriori approfondimenti):
- -10% di CO2 emessa (31.400 tonnellate, pari a più di 350.000 auto che percorrono la tratta Milano-Roma);
- -4% di acqua (284.000 m3, equivalenti a più di 3 milioni di docce da 5 minuti);
- -2% di energia elettrica e termica (19.000 MWh, pari al fabbisogno energetico annuo di oltre 8.500 famiglie di una o due persone).
“Risultati – ha commentato Marino – di per sé molto positivi, ma che acquistano ancor più valore perché vengono dopo un lungo e costante processo di innovazione tecnologica ed efficientamento produttivo che aveva garantito, negli anni precedenti, tangibili miglioramenti sul fronte dell’impatto ambientale”.
Come emerge dal Report, gli sforzi per ridurre l’impatto sull’ambiente si sono concentrati in due principali direzioni:
- rendere più efficienti i processi produttivi, diminuendo così i consumi per ogni tonnellata prodotta;
- ridurre sempre di più le emissioni di ogni unità energetica consumata, tramite autoproduzione e utilizzo di energia elettrica proveniente da fonti rinnovabili.
Un punto di partenza, non di arrivo
“Sono risultati importanti – ha concluso il Presidente IIAS – che, però, vanno considerati non come punto di arrivo di un processo lungo e impegnativo, ma come punto di partenza davanti ai nuovi e complessi fenomeni apertisi negli ultimi anni. Di più: se non avesse per tempo imboccato con decisione la strada dell’innovazione di prodotto e di processo, il settore si troverebbe oggi in difficoltà ancora maggiori di quelle che lo scenario nazionale e internazionale ci presenta”.